L’invecchiamento (in inglese ageing) è un fenomeno si fisiologico ma caratterizzato da differenze significative nelle sue manifestazioni cliniche. La comunità scientifica internazionale, a tal proposito distingue tra un invecchiamento di successo (successful ageing) ed uno associato all’insorgenza di numerose disabilità e/o malattie gravi direttamente correlate con l’età, e che possono alterare significativamente la qualità della vita del soggetto per molti anni (unsucessful ageing). Si definisce unsucessful ageing quell’invecchiamento associato all’insorgenza, con l’avanzare dell’età di una o più malattie associate proprio a quest’ultima: malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e di Alzheimer, malattie metaboliche come il diabete di tipo 2, la sindrome metabolica, l’aterosclerosi vascolare e le neoplasie

Quando si parla di medicina preventiva, spesso si fa riferimento allo sviluppo di malattie e/o altre condizioni fisiopatologiche definite multifattoriali e complesse, ovvero per cui non esiste una vera e propria causa specifica, ma insorgono per la presenza di più fattori di rischio. 

Immaginate che per queste malattie esistesse un punteggio al di sopra del quale vi è un’alta probabilità di sviluppare una particolare malattia. Questo punteggio si compone di moltissimi fattori sia genetici che ambientali che interagiscono fra loro in modo sinergico positivo o negativo. Un esempio chiarirà meglio questo concetto:  una dieta sbagliata associata ad uno stile di vita sedentario ha un effetto sinergico negativo sul nostro corpo, ovvero avrà un effetto negativo maggiore della semplice somma dei due elementi negativi (la dieta sbagliata e lo stile di vita sedentario), mentre una dieta sana e bilanciata limita l’effetto negativo di uno stile di vita sedentario. Ed è proprio per questo motivo che si parla di stile di vita e non di singoli alimento e/o singoli esercizi che fanno male o bene. 

Adesso, provate ad immaginare, nella contesto della scienza moderna, in cui il controllo delle variabili è spesso condizione necessaria per l’estrapolazione dei risultati, quanto possa essere difficile studiare queste condizioni multifattoriali in un contesto reale! A questo punto una domanda sorge spontanea:

Può la comunità scientifica studiare accuratamente ed in modo approfondito questi fenomeni? Si, ma alle volte l’approccio migliore non è studiare la malattia, ma chi non c’è l’ha! 

Lo studio di chi sta “sorprendentemente bene” per raccogliere informazioni sulle condizioni fisiopatologiche si definisce Biologia positiva. Questa scienza permette tramite questo particola approccio al contrario di  raccogliere spunti interessanti su cosa possa fare male alla nostra salute. 

Alla base della biologia positiva vi sono i modelli biologici positivi, ovvero i particolari organismi che sembrano soffrire molto meno delle patologie multifattorialil.

Nel contesto della medicina preventiva alcuni fra i modelli positivi migliori sono proprio i centenari e i supercentenari 

CENTENARI  E SUPERCENTENARI NEL CONTESTO DELLA BIOLOGIA POSITIVA

I centenari, sono particolari persone che riescono a raggiungere il secolo o più di vita in molti casi casi senza malattie legate all’età ed in buone condizioni fisiche e mentali. 

I centenari sono relativamente rari nel mondo. Sembra che esistano quattro particolari aree geografiche in tutto il mondo, definite nel 2004 da Poulain e collaboratori zone blu (BZ). In queste aree l’incidenza dei centenari è altissima e la popolazione di ogni area presa singolarmente condivide lo stesso stile di vita e lo stesso ambiente. In tutte le zone blu in generale la longevità è risultata essere eccezzionalmente alta [2]. Le zone blu sono: Sardegna (Italia), Okinawa (Giappone), la penisola di Nicoya (Costa Rica) e l’isola di Ikaria (Grecia) [3].

Analizzando le popolazioni di queste quattro aree si evince una relativamente ampia diversità genetica, epigenetica ed ambientale, tale da rendere impossibile determinare uninsieme di caratteristiche che individuano in modo oggettivo e inequivocabile un individuo longevo, sia a livello descrittivo che predittivo, ma  lo studio del loro genotipo e del loro stile di vita ha permesso e permette ancora di raccogliere moltissime informazioni.  Infatti, lo studio delle differenze genotipiche ed ambientali dei modelli positivi con gli altri soggetti permette di identificare quei fattori da isolare successivamente con studi più complessi per capirne il “peso relativo” che hanno alcuni fattori sull’insorgenza di patologie multifattoriali [3].

Se l’incidenza nella popolazione generale di soggetti centenari è piccola, quella dei supercentenari, ovvero individui che hanno superato i 110 anni di età, è significativamente inferiore. 

Rispetto ai centenari, i supercentenari sono estremamente rari. Apparentemente non ci sono particolari aree geografiche in cui vi è una enorme concentrazione di questi individui ma sono comunque state segnalate aree geografiche in cui i supercentenari sono più numerosi, ed in particolare il Giappone che è considerato dalla comunità scientifica il paese con il maggior numero di supercentenari [4]. Nel 2020, il numero di supercentenari viventi convalidati dal “Gerontology Research Group” è di 27 in tutto il mondo [5]. Tuttavia, è difficile stimare il loro numero nel mondo, perché alcuni individui non hanno un certificato di nascita, o potrebbe essere difficile ottenere un certificato di nascita affidabile. [7].

I risultati ottenuti dagli studi presenti in letteratura concordano con il sostenere i supercentenari e i “quasi” supercentenari hanno una resistenza relativa crescente alle malattie legate all’età ed inoltre sembra che l’infiammazione e lo stress ossidativo siano importanti fattori predittivi della mortalità nei centenari [6, 7].

Se volete ulteriori approfondimetni in merito vi consiglio di consultare la seguente pubblicazione scientfica [3].

I SUPERCENTENARI

Rispetto ai centenari, i supercentenari sono estremamente rari e non sembrano essere raggruppati in particolari aree geografiche, anche se esistono alune regioni in cui il numero di questi soggetti è signifivativamente più alto, come ad esempio il giappone [4, 7]. Nel 2020, il numero di supercentenari viventi convalidati dal “Gerontology Research Group” è di 27 in tutto il mondo [5].In Sicilia, secondo i dati di questo database, vi è soltanto un supercentenario in vita (per ulteriori informazioni visitare il sito https://www.supercentenariditalia.it/ persone-viventi-piu-longeve-in-italia). Tuttavia, è da notare che è complesso stimare il numero esatto di questi soggetti, perché mancano in alcuni casi i certificati di nascita o questi sono poco affidabili [7].

PRECISAZIONE IMPORTANTE

Per i non addetti ai lavori, mi sento di fare alcune precisazioni. La medicina preventiva è una scienza che utilizza il principio di prevenzione per migliorare lo stile di vita generale dei soggetti. Non esistono ad oggi cure miracolose per la longevità né questi studi possono fornirne.  Estrapolare direttamente per la pratica clinica i dati ottenuti dallo studio di questi individui particolari è un’operazione non solo sbagliata, ma molto pericolosa per i pazienti. La popolazione umana è molto eterogenea a causa del diverso background genetico e dei diversi stimoli ambientali, pertanto non è stato ancora possibile identificare una chiara “firma di longevità”, ovvero un “filo rosso”, influenzato da tutti i determinanti, che caratterizza il processo di invecchiamento. La traduzione delle informazioni ottenute da questi studi, come degli altri studi geriatrici, genomici epigenomici e dello stile di vita, in ambito clinico è assolutamente prerogativa degli esperti in materia, proprio perché, ancor di più che in altre discipline, i dati in merito sono pochi e spesso eterogenei. La biologia positiva serve per mettere chiarezza ed individuare con maggiore facilità i fattori da studiare nel merito del succesfull ageing e non costituisce mai un dato clinico di per sé valido. 

Insomma, la pietra filosofale per ora rimane un oggetto magico della saga di Harry Potter e noi “Babbani” dobbiamo semplicemente applicare i principi della medicina preventiva, che posso aiutarci a vivere gli ultimi anni della nostra vita in modo piacevole e soddisfacente.

BIBLIOGRAFIA

  1. Galimberti D et al. Nutrigenomica e Epigenetica: dalla biologia alla clinica, 2017 Edra Ed.
  2. Poulain, Michel & Herm, Anne & Pes, Gianni. (2013). The Blue Zones: areas of exceptional longevity around the world. Vienna Yearbook of Population Research. 2013. 87-108. 10.1553/populationyearbook2013s005.
  3. Accardi G, Aprile S, Candore G, Galimberti D. et al. Genotypic and Phenotypic Aspects of Longevity: Results from a Sicilian Survey and Implication for the Prevention and Treatment of Age-related Diseases. Curr Pharm Des. 2019;25(3):228-235. doi:10.2174/1381612825666190313115233
  4. Santos-Lozano A, Sanchis-Gomar F, Pareja-Galeano H, et al. Where are supercentenarians located? A worldwide demographic study. Rejuvenation Res 2015;18:14–19.
  5. Young RD, Kroczek WJ. Validated living worldwide supercentenarians 112+, living and recently deceased: February 2020. Rejuvenation Res 2020;23:65–67
  6. Arai Y, Martin-Ruiz CM, Takayama M, et al. Inflammation, but not telomere length, predicts successful ageing at extreme old age: A longitudinal study of semisupercentenarians. EBioMedicine 2015;2:1549–1558.
  7. Accardi G, Aiello A, Aprile S, Galimberti D et al. The Phenotypic Characterization of the Cammalleri Sisters, an Example of Exceptional Longevity. Rejuvenation Res. 2020;23(6):476-484. doi:10.1089/rej.2019.2299