Il disturbo noto come CFS (“Chronic Fatigue Syndrome”), ME (“Myalgic Encephalomyelitis”) o SEID (“Systemic Exertion Intolerance Disease”) è una malattia sistemica, complessa, cronica e grave, caratterizzata da una profonda stanchezza, disfunzioni cognitive, alterazioni del sonno, manifestazioni autonomiche, dolore e altri sintomi. Questi sono peggiorati da uno sforzo di qualsiasi tipo.
Questa patologia ha eziologia ignota. Di conseguenza, ad oggi vi sono considerevoli controversie riguardanti gli approcci terapeutici più appropriati.
In questo articolo, di cui riportiamo brevemente il riassunto, vengono uniti i risultati di ricerche riguardanti i meccanismi molecolari neurobiologici che sottostanno a CFS/ME, in modo da rendere possibile un approccio al suo trattamento basato sull’evidenza scientifica.
Fino ad oggi, l’eziologia e il trattamento della CFS/ME hanno avuto alla base un modello psicologico, da molti ritenuto valido. Tuttavia, un approccio alternativo, basato su studi molecolari neurobiologici, è possibile.
Questa possibilità è resa evidente dallo studio della storia della malattia, nonché dalle indagini riguardanti il ruolo dei seguenti fattori all’interno della patologia:
- Ossido nitrico e perossinitriti;
- Stress ossidativo e nitrosattivo;
- Permeabilità delle barriere ematoencefalica e intestinale;
- Citochine e infezioni;
- Metabolismo;
- Cambiamenti chimici e strutturali dell’encefalo;
- Cambiamenti neurofisiologici;
- Mobilizzazione di ioni calcio.
Le evidenze a favore di questo approccio non si limitano all’eziologia, ma comprendono anche le opzioni terapeutiche. Queste, in particolare, risultano essere:
- Integrazione nutrizionale, ad esempio per inibire il ciclo ossido nitrico-perossinitrito, e prevenirne la perpetuazione;
- Terapie antivirali;
- Trattamenti con anticorpi monoclonali.
Risulta quindi chiaro da questo studio come vi siano evidenti elementi a favore di un’eziologia molecolare neurobiologica di CFS/ME. Inoltre, questi elementi portano a valutare un intervento terapeutico basato sulla biologia, che deve essere l’argomento principale delle future ricerche riguardanti questo disturbo!