La MCS ha svariate modalità di manifestarsie quadri clinici variopinti, che necessitano di una specie di personalizzazione dell’approccio terapeutico. È inoltre importante la via di somministrazione, così da preferirsi ogni volta che risulta possibile, quella via sub-linguale, liquida e, se orale, prendendo particolari precauzioni sugli eccipienti e sull’involucro nonché conservazione della capsula eventuale.
Altra considerazione:
È NORMALE che qualche minimo disagio si possa manifestare con l’assunzione dei nutraceutici, ma è indispensabile “tenere duro” e protrarre la cura. Quando l’organismo attiva i processi detox, la prima fase è un lieve peggioramento rispetto alla condizione ante. Se ovviamente gli effetti o fastidi collaterali risultassero troppo marcati, occorre poter avere un confronto con il professionista di fiducia.
Ogni integrazione dovrà essere programmata per gradi, con determinate priorità. Tra queste l’alimentazione, individuando i cibi improrogabilmente da eliminare e quelli assumibili a rotazione, sforzandosi comunque di assumerli, in quanto non si può prescindere da un introito energetico e molecolare alimentare. Noi non introduciamo sterili calorie, ma preziose molecole che, interagendo con il nostro DNA, determinano l’attivazione e/o l’inattivazione di svariati pathway metabolici (vie metaboliche), che andranno a influenzare il nostro stato di salute e di benessere.
In merito alle cure con i nutraceutici e con gli endomulatori endogenomici, gli stessi NON devono spaventare, (vedi protocollo esemplificativo del Breakspear – Monro su pazienti in cura comune e condivisa), in quanto l’alimentazione NON è fatta in realtà di cibi diversi, bensì di molecole diverse (ad esempio nei broccoli è contenuto siulforafano, diindoilmetano, indolo-3-carbinolo) e queste vanno a interagire con il nostro DNA e con il nostro metabolismo cellulare. Altrimenti sarebbe come dire che una insalata mista può portare danno perché ha nello stesso piatto differenti fonti di verdure (quindi di molecole…)!
La sensibilità chimica multipla presenta reattività con farmaci, con eccipienti, con xenobiotici ambientali, anche con i cibi e talvolta con gli integratori. Ma non significa che la persona non possa assumere nessun farmaco, nessun cibo, nessun nutraceutico.
Si tratta di vagliarli, vedere le loro interrelazioni, sceglierli con esperienza e capacità, così da modulare le vie metaboliche. Altrimenti il paziente non verrà mai a capo di niente, diventando uno dei tanti dottor Google, orientandosi su ciò che legge, sul sentito dire e su totale folklore e ascientificità.
La prof.ssa Monro, migliaia di pazienti trattati e grande esperienza sulle spalle, usa protocolli assai “ricchi” e così negli Stati Uniti. Se si vuole migliorare non si può restare seduti ad aspettare il gioco occasionale degli eventi e l’improvvisa manna dal cielo, ma occorre mettersi in gioco, soffrendo per star poi meglio, laddove necessario.
Se ho dei parametri fuori range li devo ristabilire (terapia d’urto) e poi si attiverà la cura di mantenimento. Se sussistono problemi “cronici” la cura comunque sarà ciclica e non per ogni giorno dell’anno. Le cure poi andranno tarate sulla base dei relativi risultati.