Il meccanismo che si instaura è chiamato adattamento metabolico. Vediamo insieme in cosa consiste!

Se volete avere informazioni sulla dieta iperproteica in generale, potete leggere prima questo articolo.

La chetosi

Durante una dieta iperproteica l’organismo si abitua a introdurre pochi carboidrati. Di conseguenza usa come fonti di energia i grassi e le proteine e produce i corpi chetoni, ossia scorie metaboliche legate all’utilizzo di questi substrati energetici. Tale fenomeno è definito chetosi.

Questi corpi chetonici in parte possono a loro volta essere utilizzati e consumati come carburante da alcuni organi, ma, a lungo andare, si accumulano. Sono, tra l’altro, i principali responsabili dell’alito cattivo che caratterizza le persone che protraggono a lungo una dieta iperproteica.

Il blocco metabolico

Questa condizione, quando esasperata, riduce la sintesi dell’ormone tiroideo T3, oltre che favorire l’aumento del cortisolo e consumare la massa magra e non quella grassa dell’organismo. Da un lato dunque si rallenta il metabolismo, dato il calo dell’ormone tiroideo T3, dall’altro la riduzione della massa muscolare porta con sé la riduzione del numero dei mitocondri. Ed ecco che si arriva all’empasse metabolica. non si perde più peso!

Spesso a lungo andare la chetosi porta quindi all’adattamento metabolico. Non solo non si perde più peso, ma si finisce anche con il recuperarlo più facilmente.

La carenza eccessiva di carboidrati nella dieta porta infatti a una condizione di ipotiroidismo subclinico, derivante da una dieta sbagliata nella sua durata e di conseguenza a questa specie di blocco del metabolismo. Il metabolismo così fortemente rallentato rende soggetti a un più facile ingrassamento, in quanto i cibi che prima della dieta non facevano né aumentare né perdere peso, assimilati ora in misura maggiore, portano a riprendere i chili persi, spesso con gli interessi!

È un’esperienza molto diffusa, assai nociva per la salute e che può portare, nel caso di un’adolescente, anche a condizioni di amenorrea, cioè arresto del ciclo mestruale, dovuta ai bassi livelli di T3. Non solo: una tiroide lenta favorisce un’instabilità del tono dell’umore, che penderà sempre più verso la depressione, influenzando le relazioni e la qualità della vita.

È importante procedere con cautela

È ovviamente un dato soggettivo, condizionato anche dalla genetica, ma in generale, se non si presta attenzione a non prolungare eccessivamente la durata di una dieta iperproteica e ad aver estrema cautela nelle modalità di reintroduzione dei vari alimenti una volta terminata, ecco che l’adattamento metabolico interviene e si finisce con il provocare danni.

Non è un modo corretto di dimagrire, né di vivere. In questo modo, infatti, alla fine vengono favoriti l’invecchiamento e l’alterazione dell’orchestra ormonale. Iniziano a “steccare” gli ormoni del benessere, e il mantenimento del peso diventa un miraggio.

Un fattore che, pertanto, dovete affiancare alla dieta relativamente iperproteica è l’attività motoria. Preservare la tua massa magra, e quindi i tuoi forni metabolici, ti fa consumare energia giova al tuo umore.

In conclusione, nessuna controindicazione assoluta verso una dieta relativamente iperproteica, soltanto il suggerimento di cautela nella sua durata e nel passaggio successivo a un’alimentazione più equilibrata nel rapporto tra i nutrienti.

Inoltre, va tenuto presente che si tratta una dieta da seguire solo in caso il vostro DNA sia adatto!