Per una lunga e sana vita: non solo movimento e cibo, ma anche socialità, emozioni e piacere.
Recenti studi scientifici hanno evidenziato come un ambiente caratterizzato da interazione sociale, desiderio di conoscenza, stile di vita attivo e condivisione favorisca l’interazione tra la dopamina e i suoi recettori, in particolare il DR2D, con ricadute positive sull’aspettativa di vita. In alcuni razze animali si è arrivati ad ottenere un aumento della durata della vita del 16-22 per cento in più rispetto allo standard.
Questi risultati forniscono una significativa conferma di come l’interazione gene-ambiente, anche sotto il profilo della sensibilità ai neuro-trasmettitori da parte dei recettori deputati alla loro “lettura”, svolga un ruolo importante nella longevità e nel contrastare il processo di invecchiamento.
L’invecchiamento produce cambiamenti cellulari, molecolari e comportamentali, che interessano molte aree del cervello. In particolare il sistema della dopamina è noto per essere vulnerabile: come la longevità è influenzata da fattori genetici e ambientali, così in parallelo il network della dopamina può risultare rilevante, dal momento che modula tratti quali la sensibilità alla ricompensa, alla motivazione, allo sforzo sostenuto, influenzando le risposte comportamentali a un dato ambiente.
La produzione di dopamina e quindi tutte le situazioni che ne vengono a favorire la sua disponibilità, allungano la vita.
Per una lunga e sana vita: non solo movimento e cibo, ma anche socialità, emozioni e piacere.