È noto che gli individui longevi sono un modello di invecchiamento di successo e che l’identificazione di varianti genetiche e fattori ambientali che predispongono ad una vita lunga e in salute è di enorme interesse per la medicina traslazionale.

Nel 2019 ho partecipato a questa pubblicazione, in cui vengono esaminate le caratteristiche della longevità in Sicilia, tenendo conto della genetica, dei valori ematochimici, della composizione corporea e dell’immunofenotipo. Inoltre, vengono trattate le possibili implicazioni dei dati ottenuti per la prevenzione e/o il trattamento delle malattie legate all’età.

Background

È noto che l’invecchiamento porta all’incapacità di adattarsi allo stress e al declino nella capacità funzionale. La condizione di invecchiamento stessa cambia le prestazioni dei sistemi fisiologici e aumenta la suscettibilità a patologie mortali, ma nuove evidenze suggeriscono che il processo è modificabile, diventando quindi possibile ritardare le malattie legate all’età en bloc (Fontana et al 2010).

Esistono due modi principali per invecchiare: con un buono stato di salute (invecchiamento di successo), oppure con disabilità e malattie legate all’età (invecchiamento non riuscito). Quest’ultimo si manifesta con lo sviluppo di una o più malattie legate all’età:

  • Neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (AD) e il Parkinson;
  • Malattie metaboliche come la sindrome metabolica (SM) e il diabete mellito di tipo 2 (T2DM);
  • Malattie cardiovascolari (CVD);
  • Cancro.

D’altra parte, i centenari mostrano un invecchiamento di successo poiché la maggior parte  raggiunge l’età di 100 anni o più senza alcuna malattia legata all’età, in buone condizioni fisiche e mentali.

Questi soggetti rappresentano il modello migliore per studiare l’invecchiamento di successo e la longevità, sebbene abbiano caratteristiche genetiche e stili di vita diversi. Infatti, prendendo in prestito un concetto dalla fisica, non possono essere considerati un “sistema vicino”.

I centenari dimostrano di essere in grado di riparare i danni a carico del DNA e rispondere bene ai fattori di stress. Ciò è dovuto a una combinazione di “caratteristiche positive“, cioè caratteristiche genetiche ed epigenetiche, insieme ad  un ambiente favorevole con coinvolgimento sociale.

Sebbene esistano molti studi sui centenari, non è stato ancora possibile identificare la “firma” della longevità. Uno dei motivi è che le comunità con un alto numero di centenari sono relativamente rare nel mondo. Sembra che vi siano quattro comunità in tutto il mondo, definite nel 2004 da Poulain et al. Li come “zone blu” (BZ). Le zone blu sono definite come un’area geografica piuttosto limitata e omogenea in cui la popolazione condivide lo stesso stile di vita e lo stesso ambiente e la sua longevità è stata dimostrata eccezionalmente elevata (Poulain et al, 2013). Oltre che in Sardegna, le BZ validate sono finora ad Okinawa (Giappone), nella penisola di Nicoya (Costa Rica) e nell’isola di Ikaria (Grecia).

La maggiore capacità di raggiungere l’età di 100 anni nei paesi occidentali e la riduzione della mortalità complessiva riflettono chiaramente il miglioramento delle condizioni igieniche e della qualità della vita, compresa l’attenzione alla dieta e l’avvento della medicina preventiva (Kirkwood 2005)

Ovviamente, l’aumento della durata media della vita ha incrementato il numero di nonagenari (persone che raggiungono 90 o più anni) e centenari in tutto il mondo.

Sfortunatamente, questo ha anche determinato un aumento del numero di persone anziane affette da malattie legate all’età. Se i motivi per cui gli esseri umani possono sviluppare malattie nella tarda età rappresentano un enigma che vale la pena studiare attentamente, un enigma ancor più affascinante sta nel comprendere come alcuni soggetti siano in grado di vivere per un secolo senza malattie!

La comprensione del processo di invecchiamento dovrebbe avere un ruolo di primo piano nelle nuove strategie per l’estensione della salute di una popolazione che è altamente sensibile alle malattie dell’invecchiamento.

Pertanto, lo studio della patofisiologia dell’invecchiamento e della longevità fornirà importanti indizi su come sviluppare farmaci che possono rallentare o ritardare l’invecchiamento.

Per saperne di più, potete scaricare l’intero articolo originale: GBT_The signature of longevity in Sicily for CPD