Ad oggi, la cosiddetta terapia infusionale, ha sicuramente un suo ruolo emergente molto interessante sia in ambito preventivo e terapeutico, ma di cosa si tratta?

La terapia infusionale, anche detta terapia endovenosa consiste nella somministrazione per via endovenosa di particolari cocktail di sostanze bioattive, al fine di riequilibrare rapidamente carenze vitaminiche o di minerali o per espletare direttamente effetti biologici rilevanti finalizzati alla ottimizzazione di un pieno benessere.

Si tratta di una terapia dai risultati immediati e dai molti campi di applicazione: infatti, i protocolli terapeutici sono studiati a seconda delle esigenze del paziente e della tollerabilità degli ingredienti. Per ogni programma va determinata una ottimale composizione del cocktail (medicina personalizzata di precisione), considerando importanti fattori quali la compatibilità tra i principi attivi associati fra loro e con il paziente, il potere osmotico totale e la tollerabilità individuale.

 PREMESSE TEORICHE

Essendo una terapia molto complessa e applicabile a diversi contesti clinici, è molto difficile delineare un unico razionale biochimico sottostante tutte queste diverse terapie, ma sicuramente ogni terapia endovenosa si basa su un semplice assunto fondamentale:

Le nostre cellule, di qualsiasi organo ed apparato, utilizzano una grande mole di molecole: proteine, carboidrati, grassi e minerali, costituiti in enzimi, coenzimi, ormoni, citochine, neuro mediatori, vitamine, micronutrienti ecc.

Questi composti, si inseriscono in una complessa rete di processi molecolari, che sono diversi qualitativamente e quantitativamente a seconda delle sedi cellulari in analisi, di conseguenza, ogni cellula ha un suo preciso pool di sostanze che utilizza per svolgere tutte le reazioni di cui ha bisogno, che viene definito metaboloma cellulare. Questo metaboloma si compone di sostanze sintetizzate dalle stesse cellule ma anche assorbite dal sangue e dalla linfa, e ogni molecola viene consumata in modo diverso a seconda delle reazioni chimiche che vengono effettivamente messe in atto.

Ancora, tutte le reazioni chimiche delle cellule (note nel complesso col nome di metabolismo cellulare) porta al consumo di energia e alla produzione di sostanze di “scarto” (cataboliti cellulari), che possono anche esercitare effetti tossici, se non vengono smaltiti adeguatamente. Quindi l’ambiente interagisce con noi in modo molto complesso e per mantenere la funzionalità ottimale delle cellule è necessario che queste abbiano a disposizione tutte le sostanze che gli servono.

La terapia infusionale fornisce direttamente per via endovenosa tutte quelle sostanze che servono alla cellulare a seconda della situazione clinica, al fine di ripristinare un ottimale metaboloma cellulare, in questo modo ogni cellula ed ogni organo funzionerà in modo ottimale e i composti di scarto eventualmente accumulatisi possono essere eliminati in modo efficiente.

CENNI STORICI

La terapia infusionale nasce negli anni ’30 ad opera del medico John Myer, di Baltimora. Successivamente fu ripresa anche da molti eminenti scienziati fra cui Alan R. Gaby MD, che seguì i pazienti di Myer dopo la sua morte, Martin Gallaghe, W A. Shrader, Jr Dr. Paul Anderson, Majid Ali, M.D, e altri ancora.

Jhon Myer era partito da alcune considerazioni biochimiche, applicate alla fisiopatologia, proposte dal premio Nobel per la chimica, Linus Pauling. Successivamente W.A. Shrader, rielaborò i protocolli messi a punto dal Myer, sia sotto il profilo chimico, standardizzandone le procedure di preparazione, sia sotto il profilo medico, ampliandone le indicazioni cliniche.

Ad oggi, i protocolli di W.A. Shrader sono, oggi, quelli più noti e più seguiti, essendo anche ampiamente utilizzati nella prevenzione e nel trattamento di malattie croniche o sindromi complesse, fra cui: emicrania, asma cronica, epatosteatosi, sindrome metabolica, fatica cronica, fibromialgia, MCS, cancro, stress ossidativo e glicossidativo, danno mitocondriale, infezioni croniche, long covid, infiammazione neurogenica, sindrome dell’ovaio policistico, ecc.

IN COSA CONSISTE PRATICAMENTE LA VISITA

Il paziente, o l’interessato alla terapia infusionale, è prima sottoposto a visita medica da parte dello specialista responsabile, in cui vengono valutate tutte le indicazioni cliniche e escluse eventuali controindicazioni. Ancora, al termine della visita, si prescrivono eventuali esami strumentali e di laboratorio necessari per valutare lo stato di salute del soggetto e personalizzare il più possibile la terapia.

Quando il paziente torna a controllo con i referti delle indagini richieste, si studia il programma terapeutico, la composizione del cocktail da infondere, il numero delle sedute e la durata del trattamento, nonché, in alcuni casi, anche il tipo di monitoraggio da seguire durante il percorso terapeutico.

Quindi, si affida il paziente al personale addetto alla preparazione ed esecuzione della infusione venosa. In genere le sedute sono diverse con cadenza giornaliera, bisettimanale, settimanale o mensile. Abitualmente si programmano da un minimo di 10 ad un massimo di trenta sedute.

Esempi di alcune delle terapie particolarmente diffuse a livello internazionali sono le seguenti:

esclusivamente i suoi protocolli, nelle seguenti indicazioni cliniche:

Condizione trattata       Durata in minuti del trattamento
Obesità 40/60
Steatosi epatica e sindrome metabolica 40/60
Emicrania 60/90
Terapia chelante 90/120
MCS; fatica cronica 30/60
Fibromialgia 40/60
Aterosclerosi 60/90
Nichel e metalli pesanti 90/120
Asma cronica e SBOC 60/120
Autoimmunità e superimmuno 60/120

CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA TERAPIA INFUSIONALE

Ad oggi, tale terapia è adatta a diversi contesti clinici, trovando un suo razionale clinico:

  • Nella medicina di prevenzione: con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza del nostro sistema immunitario, in modo che possa reagire al meglio nei confronti degli stimoli stressogeni (malattie, superlavoro, affaticamento, esposizioni ambientali, infezioni, epidemie influenzali, agonistici, ecc). Particolarmente noto è il cocktail “superimmuno” elaborato da W.A. Shrader.

La I.V. Terapy trova una indicazione naturale anche nella prevenzione del declino fisiologico della senescenza, come terapia antiAging.

  • Nella terapia di ripristino: ovvero usare la terapia infusionale a scopi rigenerativi, mirando al recupero della condizione fisiologica ottimale dopo uno sforzo intenso, una malattia debilitante o una terapia stressante.
  • Nella medicina potenziativa e detox: per migliorare le condizioni cliniche, come terapia coadiuvante, in moltissime patologie, fra cui emicrania, asma cronica, epatosteatosi, sindrome metabolica, fatica cronica, fibromialgia, MCS, cancro, stress ossidativo e glicossidativo, insulinoresistenza, sindrome dell’ovaio policistico, infezioni croniche e, oggi, anche il LONG COVID.

PRINCIPALI VANTAGGI DELLA TERAPIA INFUSIONALE

I principali vantaggi della terapia infusionale sono i seguenti:

  1. La presenza, sempre più frequente, di patologie gastrointestinali, compromette la assimilazione dei nutrienti e riduce la disponibilità dei farmaci assunti per bocca. In questi casi la terapia infusionale aiuta ad alzare i livelli ematici di molti principi attivi terapeutici, offrendo una prognosi migliore.
  2. Le concentrazioni ematiche dei farmaci somministrati per via venosa, sono molto più alte di quelle che si ottengono con l’assunzione per bocca; ed anche se ciò è limitato al tempo di infusione, questo può essere determinante per l’efficacia farmacologica di alcuni principi attivi, come ad es. per alcuni antibiotici
  3. Molti principi attivi, subendo il processo digestivo, perdono molto della loro efficacia. Nel caso di una somministrazione endovenosa invece si tutela al meglio l’attività biologica di questi composti.
  4. Il rapporto dose ed effetto è molto più costante e valutabile nel tempo, in modo da poter calibrare con maggiore precisione la terapia.
  5. La possibilità di elaborare diversi cocktail permette una migliore personalizzazione delle terapie, rendendola anche in grado di applicarsi ad una considerevole gamma di interventi medici e condizioni fisiopatologiche.