A livello biochimico il razionale è interessante e da approfondire in vivo, in pratica la lattoferrina si co-localizza con i cell-surface heparan sulfate proteoglycans (HSPG), che sono molto espressi in modo ubiquitario su tutta la superficie cellulare degli pneumociti di secondo tipo ed in altri tipi cellulari implicati nella patogenesi del COVID 19, facendo da competitor per il legame.

Il legame con questi proteoglicani è condizione necessaria per il successivo legame con ACE 2 del virus, con cui avviene l’effettiva internalizzazione, di conseguenza la lattoferrina inibisce l’ingresso del virus in sede cellulare, inibendo la fase di primo attacco e di accumulo dei virus sulla superficie cellulare delle cellule che vorrebbe infettare.

Questo è stato dimostrato essere vero proprio per i virus della classe SARS CoV 2, e quindi da questo punto di vista il razionale è “forte”. Inoltre, considerando che che la lattoferrina di per sé è antinfiammatoria perché inibisce l’over-signaling di IL6 ed esercita anche altre proprietà che possono effettivamente essere implicate nella cytokine storm, la lattoferrina sembra essere particolarmente promettente.  Alcuni ricercatori italiani operativi presso l’università di Tor Vergata hanno pubblicato un articolo in cui illustravano le effettive interazioni molecolari dimostrate in vitro fra la lattoferrina e i proteoglicani [1].

Leggendo l’articolo si deduce che questa teoria ha delle prove in vitro ottime e quindi può effettivamente essere una buona strada da percorrere, ma le evidenze sono ancora preliminari e per ora non sembrano esserci studi clinici di utilizzo della lattoferrina per trattare il covid, né a livello preventivo né a livello terapeutico.

Una review di altre pubblicazioni evidenzia come l’integrazione con lattoferrina sia bovina che ricombinata umana sia si sicura, ma sussistono numerosi dubbi circa la sua effettiva efficacia negli adulti, dato che ci sono numerose barriere fisiche e biochimiche che ne impediscono l’assorbimento (se scissa nei suoi componente non è nient’altro che una fonte di amminoacidi) [5]. La variabilità e l’efficacia clinica, come anche per tanti nutraceutici, è quindi la sua biodisponibilità, fattore che differenzia i vari prodotti in commercio.

Personalmente quindi penso che sia ancora presto per parlare di cura e forse sarebbe il caso di aspettare i Trial clinici, dato che tutti i trattamenti che hanno provato fino ad ora (clorochina, antivirali, anticorpi anti spike protein) hanno dato risultati nel complesso abbastanza deludenti. Però sicuramente fra le varie proposte potrebbe essere una delle migliori, soprattutto in fase preventiva, come azione finalizzata teoricamente a ridurre la potenziale replicazione del virus in fase di iniziale contagio. Un’altra strategia potrebbe essere quella di assumere l’integrazione e contemporaneamente stimolare la produzione endogena. 

BIBLIOGRAFIA

  1. Campione E, Cosio T, Rosa L, et al. Lactoferrin as Protective Natural Barrier of Respiratory and Intestinal Mucosa against Coronavirus Infection and Inflammation. Int J Mol Sci. 2020;21(14):4903. Published 2020 Jul 11. doi:10.3390/ijms21144903
  2. Griffiths, James & Jenkins, Paula & Vargova, Monika & Bowler, Ursula & Juszczak, Edmund & King, Andrew & Linsell, Louise & Murray, David & Partlett, Christopher & Patel, Mehali & Berrington, Janet & Dorling, Jon & Embleton, Nicholas & Heath, Paul & Oddie, Sam & McGuire, William & Ainsworth, Sean & Boyle, Elaine & Clarke, Paul & Manjunatha, C.M.. (2019). Enteral lactoferrin supplementation for very preterm infants: a randomised placebo-controlled trial. The Lancet. 393.
  3. Lang J, Yang N, Deng J, et al. Inhibition of SARS pseudovirus cell entry by lactoferrin binding to heparan sulfate proteoglycans. PLoS One. 2011;6(8):e23710. doi:10.1371/journal.pone.0023710
  4. Levay, P. F., & Viljoen, M. (1995). Lactoferrin: a general review. Haematologica, 80(3), 252–267.
  5. Yao, Xudong & Bunt, Craig & Cornish, Jillian & Quek, Siew Young & Wen, Jingyuan. (2012). Oral Delivery of Lactoferrin: A Review. International Journal of Peptide Research and Therapeutics. 19. 1-10. 10.1007/s10989-012-9326-8.