L’ATP (adenosin trifosfato) è noto per essere il vettore energetico più importante nel nostro corpo. Ciò che è meno noto, però, è che oltre a questa attività intracellulare, anche a livello extracellulare l’ATP svolge funzioni importanti.

Il meccanismo delle attività fisiologiche dell’ATP non è ancora del tutto chiarito, tuttavia, la funzione più importante sembra essere il suo ruolo nel migliorare il flusso sanguigno nei tessuti sensibili. Infatti si è osservato che:

  • L’ATP è parzialmente metabolizzato in ADP (adenosin difosfato), AMP (adenosin monofosfato) e adenosina;
  • L’ATP e i suoi metaboliti agiscono come neurotrasmettitori o neuromodulatori. La loro azione è mediata da specifici recettori extracellulari, come i purino-recettori P2 e gli adenosin-recettori A.

Gli effetti finali sono molteplici. Ad esempio, si suggerisce che l’ATP sia coinvolto nel controllo dell’attività del nervo vago attraverso i recettori P2. Il nervo vago, X nervo cranico, è uno dei più lunghi e ramificati nervi del nostro corpo, e svolge diverse funzioni:

  • Stimola la produzione di acido gastrico, aiutando la corretta digestione;
  • Regola i movimenti dello stomaco e dell’intestino;
  • Innerva il cuore, regolando il ritmo e la forza dei battiti.

Il beneficio più importante dell’ATP, tuttavia, si ha sulla funzionalità cardiovascolare generale, grazie al suo potere vasodilatatore. Infatti, l’ATP agisce sui recettori P2Y situati sulle cellule endoteliali per indurre la vasodilatazione, mediata da fattori come l’ossido nitrico (NO). Inoltre, l’adenosina, un metabolita dell’ATP, aumenta la quantità di cAMP (AMP ciclico) nelle cellule dei vasi (endoteliociti), tramite il recettore A2; il cAMP è a sua volta implicato nei meccanismi di vasodilatazione. In questo modo, l’ATP è fortemente coinvolto nelle azioni vasodilatatorie endotelio-dipendenti ed endotelio-indipendenti.

A conferma di queste ipotesi si è visto che l’elettrocardiogramma dei pazienti sottoposti a integrazione con ATP indicava chiaramente un miglioramento della funzione dei ventricoli del cuore. Si è anche dimostrato un beneficio sulla circolazione periferica, andando a contrastare le vasculopatie cerebrali, tra cui l’ictus.

I benefici dell’ATP possono anche riguardare la funzionalità e le prestazioni muscolari, motivo per cui può essere utilizzato anche nella sindrome da affaticamento cronico. La CFS è una malattia idiopatica (ovvero di causa non nota) che colpisce quasi l’1% della popolazione, in particolare donne, e che si caratterizza per una fatica cronica. Questo affaticamento si associa anche a molti altri sintomi, tra cui perdita di memoria, che rendono difficoltoso compiere le attività quotidiane precedentemente svolte!

L’ATP assunto per via endovenosa, orale (in forma di rivestimento gastroenterico-resistente) o per via sub-linguale, ha quindi evidenziato concreti benefici per la salute in diverse patologie, tra cui:

  • Insufficienza cardiaca;
  • Gastrite cronica;
  • Vertigini;
  • CFS (“Chronic Fatigue Syndrome”).

L’ATP, essendo una sostanza endogena, è assolutamente sicuro, e non ha mostrato alcun tipo di tossicità. Per queste ragioni, tale molecola può essere utilizzata come nutraceutico alimentare, in modo da migliorare il flusso sanguigno e il metabolismo, migliorando il vostro benessere in molteplici condizioni!