Gli ultimi decenni sono stati molto importanti per i medici e i ricercatori interessati a comprendere le conseguenze più ampie dell’eccesso di adiposità sulla salute. Esistono ormai prove consistenti che l’obesità può essere collegata non solo a una serie di disturbi legati all’età, ma anche all’invecchiamento stesso.
Tuttavia, la nostra conoscenza dei meccanismi molecolari attraverso i quali l’obesità può promuovere l’accelerazione della senescenza rimane parziale.
Dalle evidenze cliniche recenti, sembra che l’accumulo di tessuto adiposo disfunzionale promuova fenomeni chiave del processo di invecchiamento, come l’inibizione dell’espressione di SIRT1, l’infiammazione e i alcuni altri effetti epigenetici, che nel loro insieme potrebbero fornire un legame meccanicistico tra l’invecchiamento e l’obesità.
Dal punto di vista epidemiologico, i potenziali legami tra obesità e invecchiamento secondo il nuovo quadro dell'”adipaging” (che postula un terreno comune per le due condizioni) spinge verso la pianificazione di nuovi studi volti a indagare se gli interventi che possono ridurre l’obesità possono anche promuovere un invecchiamento di successo nella popolazione generale.
In questo articolo introduciamo questo affascinante tema, approfondendo in che modo il grasso e l’invecchiamento si correlano vicendevolmente.
CENNI DI FISIOLOGIA: IL TESSUTO ADIPOSO BIANCO E LA SUA CORRELAZIONE CON L’INVECCHIAMENTO
Di tessuti adiposi ne esistono principalmente due tipi: quello bruno e quello bianco.
Il tessuto adiposo bianco svolge un ruolo fondamentale nell’immagazzinamento dell’energia e in altre funzioni vitali come la regolazione del metabolismo, l’immunità, la risposta alle lesioni, la produzione di ormoni, la produzione di citochine infiammatorie e altre chemochine [2, 3]. Questo tessuto è ulteriormente suddiviso in due depositi principali, che differiscono per il profilo di espressione genica e per l’origine embrionale: il grasso viscerale e quello sottocutaneo.
Sebbene il grasso sottocutaneo possa in alcuni contesti, come nella popolazione anziana, avere un effetto benefico nelle quantità giuste, un eccesso di grasso viscerale è associato alla sindrome metabolica, all’insulino-resistenza e alle relative complicazioni cardiometaboliche [2, 4]. La funzione “benefica” di adeguati livelli di grasso sottocutaneo è infatti tipicamente interrotta nelle persone obese, nelle quali l’eccessiva massa grassa sottocutanea si accompagna a disfunzioni tissutali, ipertrofia degli adipociti e diminuzione dell’adipogenesi e dell’angiogenesi [2, 5].
Il tessuto adiposo è composto principalmente dalle cellule denominate adipociti e, in misura minore, da una frazione vascolare stromale che comprende: preadipociti, periciti o cellule staminali multipotenti, cellule della parete vascolare e cellule endoteliali, macrofagi, linfociti, eosinofili, neutrofili, mastociti e cellule progenitrici ematopoietiche. La capacità del tessuto adiposo di espandersi o ridursi si basa principalmente su adipociti, preadipociti e cellule staminali [6]. In questo quadro, è infine molto importante notare che, la popolazione di macrofagi può passare da uno stato non infiammatorio a uno infiammatorio [7] e questo è uno degli elementi principali che associa l’infiammazione ad un eccesso di grasso [2].
A differenza del tessuto adiposo bianco, il tessuto adiposo bruno (detto anche BAT), è importante per il metabolismo; infatti questo tessuto è altamente vascolarizzato e ricco di mitocondri con un elevato contenuto di un particolare tipo di proteine, note come UCP-1 e UCP-2, ovvero le famose proteine disaccoppianti mitocondriali, che agiscono a mantenere elevato il dispendio energetico a riposo. Pertanto, il BAT ha funzioni da un certo punto di vista antagoniste rispetto al tessuto adiposo bianco; infatti esso è specializzato nella produzione di calore (termogenesi) a differenza del tessuto adiposo bianco, che immagazzina l’energia in eccesso sotto forma di trigliceridi. Quantità elevate di tessuto bruno sono “paradossalmente” correlate a un peso corporeo inferiore ed ancora l’invecchiamento, le condizioni cardiometaboliche e l’obesità sono tutte accomunate da una generale diminuzione di questo tessuto e ad un aumento del peso corporeo [2].
L’ADIPAGING: DA COSA SI CARATTERIZZA
Come tutti i tessuti, anche l’adipe cambia nel corso della vita e l’insieme delle sue modificazioni, purtroppo per lo più sfavorevoli, viene definito adipaging. L’adipaging è generalmente caratterizzato da questi elementi comuni:
- In generale, con l’età aumenta l’adiposità e soprattutto la percentuale di grasso corporeo, mentre diminuisce la massa magra e la densità minerale ossea. Nello specifico, la massa grassa in eccesso tende a distribuirsi preferenzialmente nella regione addominale in entrambi i sessi con l’età [2, 8].. Proprio questo fenomeno è stato associato all’insulino-resistenza e a un rischio più elevato di CVD, diabete e malattie neoplastiche.
- L’invecchiamento favorisce la ridistribuzione del grasso al di fuori dei normali “serbatoi” di tessuto adiposo, fenomeno definito accumulo ectopico; queste molecole si depositano in tessuti normalmente non destinati all’accumulo lipidico, come il midollo osseo o il tessuto muscolare, causando un incremento del rischio di disturbi cardiometabolici.
- Generalmente, il processo di invecchiamento è associato a un maggiore accumulo di cellule senescenti proprio nel tessuto adiposo; a sua volta causato da un aumento delle citochine proinfiammatorie, dall’induzione di fenomeni di stress metabolico e da una ridotta rimozione di queste cellule senescenti. Il tessuto adiposo invecchiato è inoltre caratterizzato da dimensioni ridotte degli adipociti, fibrosi del tessuto, disfunzione endoteliale e ridotta vascolarizzazione e capacità angiogenica [2, 9].
- Ancora, con l’età si verificano importanti alterazioni metaboliche del tessuto adiposo bianco, che causa un aumento dell’insulino-resistenza e/o un’alterazione della lipolisi, entrambe dovute ad alterazioni del metabolismo degli acidi grassi, che a loro volta causano un eccessivo rilascio di acidi grassi liberi nel plasma cui consegue un aumento della lipotossicità e dell’ insulino-resistenza. L’equilibrio tra immagazzinamento e ossidazione dei grassi si altera progressivamente durante l’invecchiamento, con la capacità dei tessuti di ossidare i grassi che diminuisce gradualmente [2].
Ma a cosa è dovuto l’instaurasi dell’adipaging?
Ancora, non si conoscono tutti i fattori associati, ma si sa che l’aumento dell’adiposità con l’età può essere dovuto, almeno in parte, a un bilancio energetico positivo cronico nel corso della vita, associato a una diminuzione dell’attività fisica e del tasso metabolico basale e non accompagnata da una riduzione proporzionale dell’assunzione di energia. Per questo è sicuramente importante porre attenzione a questi elementi sia durante l’eta più avanzata, che durante l’età giovanile, proprio per evitare un accelerato adipaging [2].
Quindi è necessario seguire una alimentazione bilanciata sempre, e non solo! E’ fondamentale anche seguire uno stile di vita corretto, che pone l’accento anche alla gestione dello stress, all’attività fisica e ad una corretta socialità, tutti fattori sicuramente alla base delle strategie antiaging più efficaci.
BIBLIOGRAFIA
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