Capsicum L. è un genere composto da più di 31 specie diverse tra cui cinque specie domestiche, Capsicum baccatum, C. annuum, C. pubescen, C. frutescens e C. chinense.
Capsicum spp è tra le più antiche piante coltivate in america meridionale, oltre che una delle maggiormente impiegate. Il suo utilizzo risale a molti anni fa e si ritiene che abbia la sua origine proprio in America meridionale [2].
Il peperone che conosciamo noi nelle nostre cucine quindi appartiene al genere Capsicum della famiglia delle Solanacee, una pianta che produce molte varietà di frutti con diverse caratteristiche. In linea di massima, si può distinguere tra peperoni piccanti (o peperoncini) e peperoni dolci per la presenza di una particolare classe di composti noti come capsaicinoidi, dal tipico gusto piccante [2].
Dal punto di vista dei micronutrienti fra peperone e peperoncino ci sono delle piccole differenze, ma entrambi sono buone fonti di provitamina A; vitamine E e C; carotenoidi; oltre che di composti fenolici come capsaicinoidi, luteolina e quercetina [2].
In particolare sembra che questi composti sono associati ad una intensa attività antiossidante e ad altre attività biologiche. Questo alimento inoltre possiede attività antimicrobica, antisettica, antitumorale, anti-irritante, stimolatrice dell’appetito, antiossidante e immunomodulatrice [2].
Inoltre, una classe di composti noti come capsaicinoidi, hanno una interessantissima applicazione nella perdita di peso, come vedremo più approfonditamente in un ulteriore articolo sul tema [3].
CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI
Dal punto di vista nutrizionale i frutti delle piante del genere Capsium sono importanti fonte di fibra, la quale è ormai nota da tempo per le sue ottime proprietà nutrizionali, sia nella prevenzione di molti tumori, che nel ridurre i picchi insulinemici, che anche nel migliorare il transito intestinale. [2].
Ancora, questa pianta contiene una buona quantità di carboidrati, principalmente complessi, alcune interessanti quantità di proteine e di lipidi prevalentemente insaturi, positivi per la nostra salute cardiovascolare. [2].
Dal punto di vista dei micronutrienti essa contiene potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro, rame e zinco tutti minerali importanti per la nostra omeostasi corporale. [2].
Dal punto di vista delle vitamine risulta un’ottima fonte alimentare Contiene una percentuale di vitamina C quattro volte maggiore che negli agrumiIn 50 gr di peperoni, soprattutto quelli rossi, è contenuto il 75% della razione giornaliera raccomandata (RDA). Inoltre insieme al contenuto di vitamina A, di cui sono molto ricchi 0,7 mg per 100g, otteniamo il beneficio di una prevenzione dai radicali liberi grazie alle proprietà antiossidanti di queste due vitamine. [2].
COMPOSTI FUNZIONALI DEL GENERE CAPSICUM
I principali composti funzionali coinvolti nel tipico sapore e in molti degli effetti biologici positivi di queste piante sono i seguenti:
La capsaicina e la diidrocapsaicina sono responsabili del 90% del tipico sapore piccante della spezia. Entrambi, insieme ad altri capsaicinoidi minori, come omodiidrocapsaicina, nordiidrocapsaicina e omocapsaicina, sono i principali prodotti finali della via metabolica che consente la sintesi di metaboliti derivante dalla condensazione della vanillilamide con acidi grassi ramificati a catena corta. La capsaicina è il composto naturale più potente e dal tipico effetto pungente, doloroso e desensibilizzante. A livello atomico la sua struttura ha un legame ammidico e un doppio legame (legato ad un etere). Le variazioni in uno o più gruppi (lunghezza della catena, rami, ecc.) ne determinano l’intensità della desensibilizzazione. I capsaicinoidi, che vengono sintetizzati nella placenta del frutto dopo condensazione enzimatica, sono alcaloidi, che conferiscono ai frutti il classi gusto forte e pungente; sono caratterizzati dalla presenza di un atomo di azoto [2].
Man mano che i frutti maturano, i capsaicinoidi iniziano ad aumentare. I semi non producono capsaicina, ma possono recuperarla dai tessuti della pianta che li circonda. La capsaicina e altri capsaicinoidi sono alcaloidi stabili: rimangono intatti anche dopo la cottura e lo scongelamento per un lungo periodo. I capsaicinoidi e la capsaicina producono una sensazione di bruciore nei mammiferi, compreso l’uomo, e producono una sensazione di bruciore nella mucosa e nella bocca, dove stimolano i recettori VR1 (recettore vanilloide di tipo 1), anche associato alle stimolazioni termiche. Infatti, il piccante non è un sapore primario, ma invece è un sapore secondario legato alla stimolazione termica che si instaura anche con l’assunzione di cibi troppo caldi [2].
I dati pubblicati in letteratura suggeriscono che i capsaicinoidi hanno effetti benefici sull’ossidazione dei lipidi e sul tessuto adiposo centralmente; con effetti più pronunciati in individui con un alto indice di massa corporea [3].
La piperina è una N-acilpiperidina che appartiene alla famiglia dei composti vanilloidi, tra cui la capsaicina, ad attività antimutagena. Recentemente sono stati studiati dai ricercatori, in quanto sono antiossidanti e possono proteggere gli organismi dai radicali liberi prodotti durante il metabolismo cellulare. I flavonoidi sono l’altra classe di composti con una proprietà antiossidante. In particolare, queste sostanze sono in grado di inibire l’attività di alcuni enzimi, come la prostaglandina sintasi, la lipossigenasi e la cicloossigenasi, avendo così un impatto sulla bilancia ossidativa. La quercetina e la luteolina sono i principali flavonoidi polifenolici presenti in C. annuum [2].
I carotenoidi sono responsabili del colore del prodotto; nello specifico la parte rossa è ricca di capsantina, capsantina-5,6-episodio capsorubina (insieme ad altri carotenoidi minori), mentre la parte gialla è costituita da tutti gli altri pigmenti (principalmente zeaxantina, violaxantina, anteraxantina, -criptoxantina, β-carotene, cucurbitaxantina A). Fra i carotenoidi vi è anche il β- Il carotene, un precursore naturale del retinolo (vitamina A) ottenuto da alcuni tipi di frutta e verdura con potenziali attività antineoplastica e chemiopreventiva [2].
I peperoni sono anche una ricca fonte di carotenoidi ossigenati, che differiscono per componenti e concentrazione in base alla loro genetica e al grado di maturazione. I peperoni sono anche ricchi di vitamine A, C, E, D e B fra cui l’acido ascorbico, la vitamina C, ha importanti proprietà antiossidanti [2].
CAPSICUM E MEDICINA TRADIZIONALE
L’interesse per l’ingestione di Capsicum è, in larga misura, a causa dei suoi costituenti e del suo significato come antiradicalico alimentare e per questo da secoli viene usato anche in alcune medicine tradizionali [2].
C. annuum veniva usato tradizionalmente per curare il mal di denti. I frutti sono impiegati per attivare l’attività gastrica e provocare un aumento della circolazione sanguigna. È anche uno stimolante e un carminativo, ed è utilizzato tradizionalmente per nevralgie e reumatismi [2, 4, 5]. C. frutescens è stato anche utilizzato localmente come rimedio esterno nei dolori muscolari dolorosi. Inoltre, viene impiegato anche per la gestione dell’iperglicemia, della pressione sanguigna (alta/bassa), della bronchite e del bruciore ai piedi; aumentare la circolazione; per alleviare il disagio reumatico; per guarire ferite della bocca e ferite infestate; per diminuire i coaguli di sangue; e per aiutare l’ingestione accelerando il flusso di saliva e succo gastrico [2, 6, 7]. La capsaicina e i suoi derivati sono stati impiegati localmente per curare le sindromi da disagio cronico, il dolore muscoloscheletrico e le complicanze diabetiche [2, 8, 9]. L’uso topico della capsaicina induce dolore bruciante e infiammazione neurogena [2, 10, 11]. L’area curata diventa meno sensibile al dolore dopo applicazioni ricorrenti; questo risultato ha reso la capsaicina un analgesico ad azione lieve nei disturbi dolorosi cronici [2, 12, 13].
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