Non sempre è possibile evitare le situazioni stressogene, spesso è necessario trovare una sorta di convivenza forzata, per questo si sente parlare di “gestione” dello stress, piuttosto che di sua radicale eliminazione.
Per gestire lo stress ecco che ci viene incontro la genetica
Si prendono in considerazione alcuni polimorfismi genetici che possono da un lato inquadrare il soggetto come un individuo più o meno esposto al rischio di distress, dall’altro evidenziarne i “punti deboli” genetici, che possono esporre l’organismo, sul piano psico-fisico, alle conseguenze negative dello stress, così da poter migliorare, attraverso mirati approcci a misura del proprio DNA, la personale resistenza verso gli stressors.
Protocollo
Effettuazione del test genomico; interpretazione, refertazione e spiegazione del risultato del test da parte del medico; elaborazione del piano d’azione; follow up periodico.
Ma in che cosa consiste lo stress? Lo stress è indirettamente sinonimo di “cambiamento”.
È una reazione tipica di adattamento dell’organismo ad una qualche modificazione rispetto alla omeostasi, alla stabilità in cui il corpo si veniva a trovare antecedentemente. Ecco il nostro ciclo vitale: rilassamento, stato di allarme, tensione, reazione alla situazione di allarme, ricerca di un nuovo equilibrio. L’aspetto negativo legato allo stress è dato dal soffermarsi “troppo” su una di queste cinque fasi.
Il nostro organismo reagisce allo stress aumentando la secrezione di alcuni ormoni e fattori bio-umorali e provvedendo a inibirne il rilascio di altri. Neurotrasmettitori come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina cominciano a malfunzionare, favorendo una sorta di stato tensivo cerebrale.