In un precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza dell’olio extravergine di oliva nel contesto della dieta mediterranea. Uno dei composti considerati benefici per i loro effetti positivi sia sulla longevità, che sulla salute cardiovascolare che ancora sulle condizioni di distress ossidativo è l’oleuropeina.
Ma quali sono i suoi effetti biologici?
L’oleuropeina ha diverse proprietà farmacologiche antiossidanti, contrastanti l’insorgenza delle neoplasie, antinfiammatorie ed anche antivirali e antimicrobiche, oltre che essere capace in determinati contesti di esercitare effetti cardioprotettivi, anti-ischemici e ipolipidemici.
OLEUROPEINA: MECCANISMI BIOLOGICI E MOLECOLARI
In generale, studi in vitro [2] ed epidemiologici [3] hanno evidenziato l’impatto positivo dei polifenoli sull’incidenza di alcuni disturbi legati all’età, come la demenza, tramite la stimolazione di un miglior controllo del distress ossidativo: in particolare, l’oleorupeina è capace di prevenire la formazione di radicali liberi, attraverso la sua capacità di chelare ioni metallici, come Cu e Fe, spesso direttamente responsabili delle reazioni di iniziazione dei radicali liberi [4]. Inoltre, l’oleorupeina inibisce diversi enzimi pro-infiammatori, come le lipossigenasi e stimola la produzione di leucotrieni del tipo B4 antinfiammatori [6, 12]. Alcuni studi rimostra effetti antiiperglimeci del composto genolico in modelli animali di diabete [7], suggerendo anche che possa essere un ottimo agente nella prevenzione delle complicanze diabetiche associate alle condizioni di distress ossidativo [5, 8].
L’oleuropeina inibisce in modo importante e dose-dipendente l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL) indotta dal solfato di rame. In uno studio, sembra che l’oleuropeina sia capace di stimolare l’aumento dell’espressione cellulare dell enzima inducibile ossido nitrico sintasi (eNOS) [9], come dimostrato anche da studi su macrofagi stimolati tramite la nota tossina LPS [10].
Questo composto esercita anche un’azione scavenging sull’acido ipocloroso (HOCl) [11], una sostanza ossidativa prodotta in vivo dall’enzima mieloperossidasi dei granulociti neutrofili, direttamente nel sito dell’infiammazione, che può danneggiare le proteine e gli enzimi, implicata nella generazione di condizioni di stress ossidativo.
Visioli e Galli hanno riferito che l’oleuropeina mostra attività anti-aterogenica [13], agendo anche sull’adesione delle cellule monocitoidi all’endotelio dei vasi [14].
In uno studio, è stato visto come i soggetti che avevano avuto attacchi ischemici trattati con oleuropeina avevano un rilascio di glutatione ossidato nettamente inferiore rispetto a quelli trattati, con importanti effetti preventivi nei confronti dei fenomeni di perossidazione lipidica[5, 15].
E’ interessante notare che in alcuni studio sembra che l’oleorupeina possa avere importanti attività antivirali nei confronti di numerosi virus come il virus dell’herpes, l’epatite, il rotavirus, il rinovirus bovino, il parvovirus canino e dal virus della leucemia felina [16]. Studi simili hanno visto una attività antivirale anche nei confronti del virus respiratorio sinciziale e il virus para-influenzale di tipo 3 [17].
In chiave skin aging, sembra che i componenti fenolici dell’olio d’oliva esercitino un’azione antiossidante diretta sulla pelle, in particolare proprio l’oleuropeina, agendo come antiossidante scavenger in sede cutanea [18].
Il merito agli effetti in chiave antiaging di questa molecola, è importante sottolineare che le colture trattate con oleuropeina mostrano un ritardo nella comparsa del fenotipo senescente e un aumento generale della durata della loro vitalità del 15% [20] e ciò fa ben sperare anche in merito ad un suo effetto sull’invecchiamento sia cellulare che sistemico [5].
Ulteriore attività farmacologiche dell’oleuropeina includono effetti ipotensivi, vasodilatatori, anti-aggregazione piastrinica, diuretici, antireumatici e antipiretici [5].
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