Come riportato nel primo articolo di questa serie dedicata al rapporto fra dieta e osteoporosi, una alimentazione generalmente sana e bilanciata e che pone un occhio di riguardo ad alcuni specifici nutrienti ed alimenti, può aiutare a diminuire la perdita di massa minerale ossea [2]. In alimentazione, i singoli nutrienti hanno degli effetti che possono essere minori o anche diversi da quelli esercitati dagli alimenti che ne sono fonti; per questo è importante sia il corretto apporto (e rapporto) dei nutrienti che il consumo di specifici alimenti salutari. A causa di alcuni limiti metodologici degli studi nutrizionali attuali, più ci si sposta nel campo degli alimenti, più le evidenze si fanno controverse rischiando di confondere i pazienti. Ma spesso alcuni alimenti, se inseriti nel contesto giusto, possono dare un quid in più alla dieta, migliorando la salute dei pazienti.

Nel caso della salute delle ossa i latticini e il latte meritano sicuramente una menzione speciale, poichè hanno un profilo nutrizionale (ovvero un mix di nutrienti e composti salutari) ottimo per i soggetti affetti da osteopenia ed osteoporosi !

Ma quindi è vero che una dieta per le ossa non può fare a meno dei latticini? E questo discorso vale per tutti?

Oggi per chiarire la questione ci occupiamo di latte e latticini, e dei loro nutrienti più importanti per la salute delle ossa: calcio, vitamina D, proteine e sodio.

CALCIO E VITAMINA D

Il calcio fa parte della matrice minerale ossea essendo un elemento fondamentale dei cristalli di idrossiapatite (sotto forma di fosfato di calcio); strutture in grado di conferire resistenza meccanica e durezza alle ossa. Assumere adeguate quantità di calcio è fondamentale per mantenere le ossa in salute, ma Il modo migliore per farlo è seguire una dieta generalmente sana, poiché numerosi elementi della dieta possono diminuirne o aumentarne la deposizione nelle ossa.

Le fonti più importanti di calcio nella dieta sono i latticini (latte, yogurt e formaggio), il pesce (soprattutto le sardine e i pesci piccoli, specie se conditi con agenti acidificanti, che rendono maggiormente biodisponibile il calcio contenuto nel loro scheletro), i legumi e alcune tipologia di verdura e frutta (in particolare noci e semi). Inoltre, un’altro importantissimo alleato delle nostre ossa è l’acqua, che contiene calcio in forma altamente biodisponibile, ed essendo un alimento di cui il consumo giornaliero è molto grande, costituisce di fatto la fonte alimentare principale di questo minerale [2].

L’omeostasi del calcio è, prevalentemente, regolata dalla vitamina D, un ormone proveniente per l’80-90% da sintesi cutanea e per il 10-20%, da un numero limitato di alimenti, come pesce azzurro, funghi e alcuni prodotti lattiero-caseari fortificati.

La sintesi cutanea della vitamina D inzia dall’esposizione alle fonti di raggi UVB, come ad esempio la luce solare, i quali permettono la conversione del 7 deidrocolesterolo, la molecola di partenza dell’intero processo, in pre-vitamina D. Di pre vitamina D, ne esistono di quattro tipi da D1 a D4, ma le due più comuni sono la pre-vitamina D2 (ergocalciferolo prodotta per lo più dai funghi e quindi di origine solo alimentare) e la D3 (colecalciferolo prodotta dagli animali e di origine alimentare e cutanea). Questi precursori, indipendentemente dal tipo e dalla origine alimentare o cutanea, entrano nella circolazione sistemica e vengono convertiti in 25-idrossivitamina D (25(OH)D2 o 25-idrossivitamina D (25(OH)D3, le principali riserve ematiche di questa vitamina. Questi composti, se idrossilatì nei reni (per la funzione endocrina) o in qualunque cellula del corpo (per la funzione paracrina) in posizione 1, diventano 1,25 diidrossivitamina D o calcitriolo, l’effettiva forma attiva della vitamina, che quindi non è attiva sempre, ma viene prodotta solo all’occorrenza [2].

Un’adeguata esposizione alla luce solare è importante per prevenire e correggere l’insufficienza di vitamina D. Ma quanto dovremmo stare all’aperto? E’ molto difficile rispondere a questa domanda, perché moltissimi fattori possono aumentare o diminuire la sintesi di vitamina D, come l’altitudine, la latitudine, il colore della pelle, l’ora di esposizione, la nuvolosità atmosferica ecc.. Semplificando, alle nostre latitudini, stare all’aperto un’ora al giorno, con mani, braccia o viso scoperti, è spesso sufficiente per una normale produzione di vitamina D, soprattutto nei soggetti di carnagione chiara, come suggerisce il ministero della salute [3]. Per questo motivo, in alcuni gruppi di popolazione ed in modo particolare negli anziani che escono poco e sempre molto coperti, possono essere indicati supplementi di questa vitamina [3].

Il corpo ha bisogno di una certa quantità giornaliera di vitamina D per mantenersi in salute per cui è importantissimo sia sostenere una adeguata sintesi cutanea che assicurare un corretto intake di questo nutriente con la dieta: se però, come abbiamo visto, possiamo possiamo mettere in pratica delle accortezze per assicurarsi una corretta sintesi cutanea, pochissimi alimenti possono fornire abbastanza vitamina D da soddisfarne il fabbisogno alimentare, tanto che, in alcuni paesi, specie quelli con una buona parte del territorio ad una latitudine elevata, come la Finlandia e la Norvegia, la fortificazione con vitamina D di alimenti come il latte è ed è stata un’ottima strategia per aumentarne l’intake giornaliero. Una recente meta-analisi dell’impatto degli alimenti fortificati con vitamina D sui livelli sierici di 25(OH)D, sulla densità minerale ossea (BMD) e sui marcatori di turnover osseo (BTM) ha mostrato effetti significativi, con un aumento dei livelli sierici di 25(OH)D e BMD e diminuzione dei livelli di paratormone (PTH). Non è stato riscontrato alcun effetto benefico significativo sui BTM [2].

La carenza di vitamina D ha conseguenze negative sulla salute delle ossa, aggravando o causando l’osteoporosi. Inoltre, sono necessarie concentrazioni adeguate di 25-idrossivitamina D (25(OH)D) per massimizzare l’efficacia dei farmaci anti-osteoporosi [2, 4].

Questo ormone, non è importante solo per le ossa, ma è coinvolto nel mantenimento della massa e della forza muscolare [2, 5, 6].

Purtroppo, un basso apporto di calcio e uno status carenziale o comunque subottimale della vitamina D è molto comune nella popolazione anziana europea [2].

PROTEINE E SODIO

Le proteine del siero di latte, sono molto velocemente assorbite e per questo hanno un alto potere anabolico sul muscolo. Questo fattore, le rende ottime per mantenere una corretta massa ossea, specie nei soggetti affetti da resistenza anabolica.

Un eccesso di sodio può stimolare un’aumentata eliminazione di calcio con le urine e quindi di fatto indurre uno stimo decalcificante sulle ossa. Per questo motivo, oltre che per il loro elevato potere calorico, un consumo regolare di formaggi stagionati è sconsigliati per i pazienti affetti da osteoporosi [2].

Approfondiremo ulteriormente il ruolo delle proteine e del sodio nel management dell’osteoporosi in un prossimo articolo, ma sappiate che secondo alcuni ricercatori le proteine del siero di latte potrebbero essere importanti nel sostenere l’anabolismo muscolare specie in quei momenti della giornata in cui l’apporto proteico della popolazione italiana è mediamente basso, come a colazione. Per questo molti professionisti consigliano di consumare almeno due porzioni di yogurt o latte al giorno in questi soggetti.

Inoltre, ricordiamo che il sale più insidioso non è quello che aggiungiamo noi, che mediamente costituisce solo il 20% di quello che assumiamo con la dieta, ma il sale nascosto, ovvero quello contenuto nei prodotti trasformati, come ad esempio le salse di pomodoro, i dadi per il brodo o il formaggio, specie quello stagionato.

LATTICINI

Il latte e i latticini sono degli alimenti che contengono molti nutrienti ottimi per le ossa: sono importanti fonti di calcio e di proteine dal forte potere anabolico, ed inoltre possono essere fortificati con vitamina D. Inoltre, i prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt o il formaggio a pasta molle, sono un’importante fonte di prebiotici e probiotici, che possono migliorare l’assorbimento intestinale del calcio e il metabolismo osseo [7]. Ad esempio, l’inulina (un prebiotico) può essere aggiunta allo yogurt. [2].

Per questo moltissimi ricercatori hanno cercato l’esistenza di associazioni positive tra il consumo di questi alimenti e il mantenimento di una corretta mineralizzazione ossea o in generale un minor rischio di fratture. Il consumo regolare di latticini semplici o fortificati con calcio e/o vitamina D è certamente stato associato in molti studi ad un maggior contenuto minerale osseo totale (BMC), ma questo dato non è stato replicato in modo incontrovertibile: esistono infatti gruppi di popolazione in cui non esiste alcuna associazione positiva ed anche nei casi in cui questa associazione sia risultata significativa, i risultati nel complesso sono controversi [2].

Molte sono le evidenze positive sui soggetti di sesso femminile di etnia caucasica e cinese, in cui il consumo di questi alimenti sembra essere molto efficacie nell’assicurare una corretta densità ossea. Nelle donne caucasiche e cinesi il consumo di prodotti lattiero-caseari fortificati, ha aumentato la BMD dello 0,7-1,8% in 2 anni, a seconda del sito di misurazione (colonna lombare, anca totale, collo femorale o corpo totale). Ancora, nelle donne caucasiche adulte, un’assunzione giornaliera di 200-250 ml di latte è stata associata a una riduzione del 5% o superiore del rischio di frattura [8]. Un ampio studio prospettico condotto principalmente su soggetti caucasici, ha recentemente mostrato una significativa riduzione dell’8% del rischio di frattura dell’anca per ogni porzione giornaliera di latte, in uomini e donne insieme, che è stata valutata ogni 4 anni. Inoltre, sembra che l’assunzione di latte riduce il rischio di fratture osteoporotiche del 5-15% nei pazienti anziani di 80 anni o più) [9]. In una coorte di donne sane in post-menopausa, il consumo quotidiano di latte fortificato con calcio e vitamina D ha migliorato significativamente lo stato della vitamina D e la BMD al collo del femore, oltre ad avere interessanti effetti positivi sui profili glicemici e lipidici [2, 10].

Al contrario invece, nei maschi caucasici e cinesi, i dati sono molto più limitati [2].

Ma anche per le donne caucasiche e cinesi non esistono solo evidenze positive e non tutte le informazioni disponibili supportano l’idea che un’elevata assunzione di latticini sia benefica per le ossa, sia in soggetti di etnia caucasica e cinese, e quindi a maggior ragione per altre etnie [2, 11].

Negli Stati Uniti, i dati del famoso studio epidemiologico NHANES III, che comprendeva una coorte di quasi 10.000 donne e uomini, non hanno mostrato alcuna correlazione tra l’assunzione di calcio e la BMD nel sito dell’anca. Infatti in questo studio, solo le donne con livelli di 25(OH)D più elevati sembravano trarre beneficio da una maggiore assunzione di calcio [2, 12].  Ulteriori meta-analisi di studi prospettici non confermano l’ipotesi dell’esistenza di una associazione positiva fra una maggiore assunzione di latte o il consumo totale di prodotti lattiero-caseari e il rischio di frattura dell’anca, sia nelle donne che negli uomini [2, 13, 14]. Lo studio SWAN (un progetto longitudinale multicentrico, multietnico e che includeva donne di età mediana, intorno al periodo di transizione della menopausa) ha cercato di dimostrare i benefici dell’assunzione di latticini per le ossa, ma i suoi risultati non sono stati positivi per la salute delle ossa nel lungo periodo. [2, 15]. Tuttavia, nell’interpretare questi risultati, gli autori hanno riferito che l’assunzione di latticini era bassa tra i partecipanti e questo fatto potrebbe aver influenzato i risultati.

I risultati controversi in merito all’associazione tra consumo di latte e rischio di frattura dell’anca potrebbero essere parzialmente spiegati dalle differenze nelle politiche sulla fortificazione della vitamina D tra i diversi paesi [2].

CONCLUSIONE

Se in merito ad un corretto intake di calcio, proteine, vitamina D e sodio esisto molte evidenze omogenee per la popolazione generale, le evidenze sul possibile ruolo benefico dei latticini nella salute delle ossa sembrano essere sostanziali solo nel caso dei soggetti di sesso femminile e di etnia caucasica e cinese [2].

Ad oggi, è molto difficile distinguere tra gli effetti dell’assunzione di latticini e quelli di altri componenti della dieta e dello stile di vita, a maggior riprova della centralità di un approccio olistico. Non sono disponibili studi clinici randomizzati su ampi gruppi di popolazione che valutino l’assunzione di latticini per lunghi periodi di tempo. Pertanto, la comunità scientifica basa le sue raccomandazioni principalmente sui migliori studi osservazionali che sono stati condotti e sulle premesse biologiche sopra accennate [2].

Attenzione però, questo non significa che non siano importanti, sono moltissimi i fattori che concorrono ad una corretta salute delle ossa e bisogna soddisfare tutti gli obiettivi nutrizionali e farlo nel contesto giusto, perché se la dieta è sbilanciata e non si consumato alimenti ottimali per la salute delle ossa, potrebbe non essere sufficiente!

Quindi in conclusione:

per la popolazione Italia, specie di etnia caucasica, il consumo di adeguate quantità di acqua e di almeno una porzione di latte o yogurt al giorno è consigliata in tutti coloro che voglio fare attenzione alla salute delle ossa, ma gli effetti positivi sono massimi solo nel contesto di una dieta adeguata e personalizzata e più in generale di uno stile di vita adeguato.

BIBLIOGRAFIA

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