Proseguiamo la rubrica sui luoghi comuni da sfatare (o da confermare) riguardo a dieta, cibo e invecchiamento!
- Le carni rosse nutrono più delle carni bianche.
FALSO
Le carni bianche nutrono come quelle rosse. Il colore rosso è dato da una proteina, la mioglobina, assente nelle carni bianche. Tuttavia, il contenuto di proteine e di ferro nelle carni rosse e bianche è pressocchè sovrapponibile.
- La vitamina D contrasta l’insonnia e contribuisce a dimagrire.
VERO
Senza la vitamina D si soffre più facilmente di insonnia, o comunque non si dorme bene. Questa vitamina agisce sull’ipotalamo, un centro del cervello che ha ruolo di regista delle principali funzioni vitali. Dormire male e soffrire di insonnia stimola la secrezione di grelina, l’ormone oressizzante, cioè della fame e dell’appetito, che porta a mangiare di notte e in quantità maggiori. Inoltre, riduce la leptina, che favorisce il senso di sazietà. Pertanto, la vitamina D, stimolando il sonno profondo, riduce la secrezione di grelina, l’appetito e la fame notturna, contribuendo al calo di peso. Se poi viene abbinata alla assunzione di melatonina, ancor meglio!
- Le carni bianche sono sempre più sane rispetto a quelle rosse.
FALSO
Tutto dipende dalle modalità di allevamento. L’allevamento del pollame in ambienti estremamente angusti, pratica non così rara, induce negli animali condizioni di forte stress. Questo determina la produzione di ormoni che vanno ad accumularsi nel loro grasso, riducendone la qualità intrinseca. A volte, quindi, è meglio la carne rossa di quella bianca, soprattutto se il film lipidico (cioè il grasso) della prima è ridotto. Tale caratteristica è segno di ottima qualità della carne e della sua modalità di allevamento.
- Una bevanda calda aiuta a contrastare l’acidità di stomaco.
VERO
Una bevanda calda, consentendo il rilassamento del piloro, favorisce lo svuotamento gastrico. Inoltre, per il controllo dell’acidità, bisognerebbe usare, nelle bevande calde, piante medicinali lenitive e protettive come l’aloe, l’altea o la malva. Queste erbe sono in grado di creare una sorta di muco protettivo vegetale-minerale, simile a quello prodotto dallo stomaco stesso ed in grado di aderire alla mucosa gastrica. Lo stomaco, così, risulta essere protetto dalle irritazioni e dai bruciori.
- Il tè va servito con il latte.
FALSO
I benefici del tè vengono vanificati quando nella bevanda si aggiunge il latte, anche in minime quantità. La caseina, che è la principale proteina del latte, interagisce con la catechina, il principale flavonoide del tè, riducendone drasticamente gli effetti. Alla catechina sono ascrivibili i vantaggi su cuore e arterie derivati dall’assunzione di tè, come descritto in questo articolo.
- Le melanzane aiutano l’intestino pigro.
VERO
Le melanzane hanno una leggera azione lassativa, perché non sono solo estremamente ricche in fibre, ma stimolano anche la produzione di bile, favorendo i processi digestivi gastro-enterici. Sono quindi molto utili nei soggetti con digestione lenta e difficoltosa.
- Gli agrumi sono indicati nei malati neoplastici.
FALSO
La frutta è raccomandata per la prevenzione del cancro, ma non è detto che sia utile per chi si è ammalato. È infatti prudente evitare i cibi ricchi di poliammine, sostanze indispensabili alla proliferazione cellulare, di cui gli agrumi sono ricchi. Altri esempi di alimenti che contengono tali molecole sono: pomodori, melanzane, peperoni, banane, kiwi, frutti tropicali e molluschi bivalvi.
- Più si mangia con voracità e più lo stomaco si contrae.
VERO
Mangiare voracemente vuol dire far arrivare allo stomaco cibo di dimensioni maggiori, come ho descritto anche in questo articolo. Lo stomaco è chiamato a contrarsi in modo da ridurre le parti alimentari in piccole, omogenee porzioni di 1-3 mm. Se una persona vorace ingerisce una porzione di 3 cm di cibo obbliga il suo stomaco a contrazioni continue, forti e prolungate. Solo quando tutto il cibo ingerito è stato portato alle corrette dimensioni di 1-3 mm si attua il passaggio dalla cavità gastrica al duodeno, in modo da iniziare la fase digestiva intestinale.
- Bere acqua ai pasti è sempre nocivo.
FALSO
La raccomandazione di non bere acqua ai pasti è priva di ogni fondamento scientifico. La digestione delle sostanze nutritizie, infatti, si realizza attraverso le idrolasi, degli enzimi in grado di inserire una molecola di acqua all’interno di proteine, lipidi e carboidrati. L’insieme delle azioni delle idrolasi, degli enzimi pancreatici, degli enzimi enterici e della bile condiziona la digestione enzimatica, fase fondamentale che avviene nell’intestino tenue. Quindi, occorre bere ai pasti per permettere l’attività delle idrolasi, pur senza esagerare.
- Ogni cibo ha il suo tempo di permanenza all’interno dello stomaco.
VERO
L’intervallo di tempo durante cui il cibo ingerito resta all’interno della cavità gastrica si chiama digestione gastrica. Il riso e altri chicchi cotti restano nello stomaco circa un’ora, la pastasciutta circa tre, il tonno sottolio circa sei. Una lunga permanenza del cibo nella cavità gastrica può generare reflusso gastro-esofageo, bruciori gastrici, sensazione di gonfiore dell’addome sopra l’ombelico, eruttazione e malessere.