Al giorno d’oggi essere dietologo e occuparsi di nutrizione significa occuparsi della persona in tutta la sua completezza comportamentale (life-style), costituzionale (genetica) e psicologica.

Oggi uno specialista in scienza dell’alimentazione si trova di fronte a pazienti completamente diversi tra di loro e ognuno con una sua storia di rapporto col cibo che va studiata, approfondita e analizzata, così da incrociarla con le personali fondamenta costituzionali, in cui il sovrappeso affonda le radici ed oggi evidenziata grazie a test del DNA di assoluta scientificità, il tutto al fine di ottimizzare l’approccio terapeutico.

Essere dietologo non significa avere studiato dei modelli nutrizionali, delle regole alimentari e applicarli schematicamente a un oggetto passivo da aggiustare.

Ho sperimentato che è decisivo uno sguardo a 360° sul paziente. Siamo di fronti non innanzitutto a pazienti, ma a Persone con la P maiuscola. Non ha senso calare di peso oggi, per poi da qui a sei mesi essere al punto di partenza. Molti dimagriscono e dopo poco tempo siamo o punto e a capo, o amaramenti repressi nei nostri desideri. È il concetto di rendere il paziente partecipe delle sue scelte alimentari, facendolo diventare il protagonista della sua alimentazione, e non, come spesso si è invece soliti fare, facendolo rimanere oggetto passivo di schemi dietetici vissuti come impropri e costrittivi, innaturali e inadatti al proprio modo d’essere e di vivere.

Approccio personalizzato, basato sui propri personali ritmi biologici di vita, sulla propria costituzione, sul proprio profilo metabolico, sui propri ritmi di lavoro.
Con questo metodo ad personam, sia guardando all’aspetto psicologico, sia studiando l’assetto genetico, la dieta sarà veramente cucita su misura del paziente e realmente efficace!