L’io obeso altro non è che la gestione della propria quotidianità (ambiente, relazioni umane, vita in toto) in modo tale da acquistare peso… L’io sano altro non è che l’acquisizione di un’autogestione della propria vita su fondamenta corrette, propedeutiche ad un’interpretazione della vita migliore e più positiva.

Per passare da un io obeso ad un io sano occorre innanzitutto acquisire e far propria una verità: per perdere peso occorre innanzitutto eliminare le cause e non i sintomi! Il sintomo è dato dal peso. Le cause sono invece profondamente radicate nelle proprie abitudini alimentari, nel proprio stile di vita… Passare da un io obeso ad un io sano significa inquadrare e risolvere i problemi che si presentano nell’ambito della propria quotidianità e che normalmente, purtroppo, portano a una “non soluzione” e cioè alla necessità di sovraalimentarsi e quindi all’aumento del peso.

Cercare di perdere peso diventa un cercare di perdere abitudini scorrette, cronicizzatesi nel tempo. Perdere peso diventa modificare uno stile di vita finalmente percepito come inidoneo, inconcludente, sbagliato.

Spesso determinati problemi o situazioni vissute come tali conducano alla soluzione scorretta di “rifugio”, di “compensazione”, di “scarico”, di “ripiego” sul cibo. Diventa pertanto indispensabile il recupero di un vero e proprio autocontrollo. Un autocontrollo emotivo porta automaticamente ad un maggior autocontrollo anche alimentare.

La dieta non deve più essere vissuta con un senso di privazione e con frustrazione, ma, al contrario, quasi come un momento di festa, finalizzato al cambiamento del proprio stile di vita, del proprio approccio alla vita stessa. Fuori dalla “prigione degli assoluti”, fuori dai “rimuginamenti negativi”, fuori dalle ossessioni verso l’oggetto del desiderio, fuori dalla legge del “tutto o niente”, fuori dai “sette chili in sette giorni”. Si recuperi piuttosto una strategia sana, basata sull’umiltà. Umiltà nel riconoscere i propri fallimenti del passato, umiltà nell’accettare di modificare le proprie “certezze”, umiltà nel voler conseguire e ottenere i risultati. In questo modo, anche nei “momenti no”, quando verrebbe voglia di piantare tutto e tutti, si potrà alimentare dentro di sé la fiammella del cambiamento, quella motivazione interiore che comunque dovrà “far andare avanti”: si può se lo si vuole, ma lo si vuole se lo si può anche fare.
E allora… che lo si faccia!