Esistono quattro tipi di cellule gliali: gli astrociti, gli oligodendrociti, le cellule ependimali e le cellule della microglia. Gli astrociti prendono il nome dalla loro caratteristica forma “a stella” e sono le cellule gliali più abbondanti. Se una di queste cellule si trasforma in una cellula tumorale si da origine a un glioma e, se quella cellula è proprio un astrocita, si ha un astrocitoma.

Purtroppo, gli astrocitomi sono dei tumori che crescono abbastanza velocemente e in alcuni casi, cellule tumorali originate da un astrocitoma possono infiltrarsi nel tessuto cerebrale sano, rendendo uno dei trattamenti di elezione (l’asportazione chirurgica) estremamente difficoltoso. 

A tal proposito, se esistessero sicuri regimi dietetici tali da “rallentare” la crescita tumorale, questi potrebbero essere degli ottimi coadiuvanti. In tal senso, una dieta chetogenica, se implementata nel modo giusto e sotto la supervisione di uno o più specialisti, potrebbe essere un coadiuvante molto promettente, come suggeriscono i dati ad oggi disponibili in letteratura  [2].

Una dieta chetonica stimola l’utilizzo dei grassi e dei corpi chetonici come principale fonte di energia. I corpi chetonici in particolare, se sussiste una carenza di glucosio, possono essere un nutriente per i neuroni, ma non delle cellule gliali, fra cui anche gli astrocitomi. Quest’ultimi, essendo come tutte le cellule tumorale molto “dispendiose” in termini energetici, si troverebbero in una “situazione metabolica difficile”, almeno in teoria [13].

In questo modo, sarebbe quindi possibile evitare un forte decremento ponderale, mantenere la vitalità di una persona (poichè nelle diete chetogeniche adeguatamente impostate c’è una quantità sufficiente di proteine e micronutrienti) e allo stesso tempo creare condizioni sfavorevoli alla crescita tumorale.

Ovviamente è sicuramente impossibile curare qualunque tumore con la dieta e chiunque sostenga il contrario dice una enorme fesseria, ma comunque questo modello dietetico ha il potenziale di essere un ottimo coadiuvante alle terapie standard [13]. 

CRITICHE

Alcuni ricercatori insistono sul fatto che la dieta chetogenica, soprattutto se non seguita adeguatamente dal paziente, o se impostata in malo modo, sia pericolosa poiché potrebbe innescare e / o esacerbare lo sviluppo della cachessia: il glucosio è una delle fonti di energia principali della massa muscolare e se il corpo percepisce una sua mancanza nel tempo, la prima cosa che fa è diminuire la massa muscolare. Se protratta nel tempo, questa condizione può portare ad una significativa perdita di peso e del metabolismo basale (soprattutto considerando che la massa muscolare pesa di più di quella grassa ed è metabolicamente molto più attiva) e questo è vero soprattutto nelle prime settimane di qualunque dieta chetogenica. Ciononostante una recente review sistematica ha concluso che i pazienti affetti da cancro trattati con una dieta chetogenica mostravano un miglioramento delle variazioni del peso corporeo, dei cambiamenti antropometrici, dei profili ematici sierici e una riduzione del biomarker per la progressione tumorale TKTL1, oltre che un aumento dei corpi chetonici, da non confondere con l’acidosi metabolica tipica del diabete [5].  In questi casi quindi i benefici potrebbero superare gli effetti collaterali, ma sempre se la dieta chetogenica venga applicata adeguatamente. da professionisti esperti in materia e solo previa un’attenta anamnesi clinica.

In conclusione, la dieta chetogenica può essere efficace in alcuni tipi di cancro i cui esiti sembrano essere correlati allo stato metabolico, ma i risultati non sono ancora tali da rendere questo protocollo attuabile su larga scala e dovrebbe essere valutato solo in casi specifici. Quindi la regola d’oro è sempre quella di affidarsi solo a professionisti affermati e accreditati prima di intraprendere una chetogenica, fidandosi del loro parere e non richiedendo specificatamente questo modello, perché potrebbe non essere indicato per voi!  

Anche se sono necessari ulteriori studi, come conclude anche l’autorevole review di cui sopra [5], la dieta chetogenica sembra essere un regime promettente per pazienti affetti da astrocitoma e in generale i tumori il cui progresso clinico è più correlati allo stato metabolico del soggetto.

CHETOGENICA: MODELLO ESEMPLIFICATIVO

Ma in cosa consiste nel pratico una dieta chetogenetica? Non è possibile in questo contesto fornire un “esempio” di dieta chetogenetica, poiché ne esistono diversi tipi, che variano sostanzialmente anche nella scelta degli alimenti. Inoltre, all’interno di queste stesse varianti i dieta chetogenica esiste una grande variabilità derivante dalle caratteristiche fisiologiche specifiche del paziente, nonché ai suoi gusti. 

Ciononostante, vorrei fornire un elenco di alimenti “tipici” di un modello chetogenetico, per dare un’idea al lettore, per quanto possibile, di cosa significhi intraprendere un regime dietetico di questo tipo:

FONTI DI LIPIDI:

Olio extravergine di oliva (la principale)

Olio di riso (consigliato per gamma orizanolo)

Olio di cocco (consigliato per contenuto in acidi grassi a catena media)

Olio di lino (consigliato per contenuto in omega 3)

Burro ghee (consigliato per contenuto in grassi PUFA e MUFA)

Olio di canapa (consigliato per l’azione anti-infiammatoria).

MENO CONSIGLIATI MA COMUNQUE CONCESSI: Burro di latte vaccino, Olio di girasoli, Olio di germe di grano

FRUTTI GRASSI SUGGERIBILI: Olive verdi, avocado, noci, nocciole, pistacchio, mandorle, arachidi, noci (soprattutto quelle di macadamia)

FRUTTI MAGRI COMUNQUE SUGGERIBILI: Mirtilli, Lamponi, More, Melograno

FORMAGGI: Mascarpone, philadelfia e altri formaggi spalmabili comuni, Brie, Gorgonzola, Robiola, Cheddar, Mozzarella, Caprino, Ricotta vaccina

PESCE: Anguilla, Sgombro, Salmone, Tonno, Pesce spada, Alici, Sardine

CARNE: Petto di pollo e tacchino, spezzatino di pollo e tacchino, coscia di coniglio, capretto, agnello, ma anche (senza esagerare) manzo semigrasso, vitello, mortadella, wurstel, lonza e fesa di maiale

ALTRE FONTI PROTEICHE: Uova, Albume, Tofu

BIBLIOGRAFIA

  1. Galimberti D et al. Nutrigenomica e Epigenetica: dalla biologia alla clinica, 2017 Edra Ed.
  2. Weber DD, Aminzadeh-Gohari S, Tulipan J, Catalano L, Feichtinger RG, Kofler B. Ketogenic diet in the treatment of cancer – Where do we stand? Mol Metab. 2020 Mar;33:102-121. doi: 10.1016/j.molmet.2019.06.026. Epub 2019 Jul 27. PMID: 31399389; PMCID: PMC7056920.
  3. Oliveira CLP, Mattingly S, Schirrmacher R, Sawyer MB, Fine EJ, Prado CM. A Nutritional Perspective of Ketogenic Diet in Cancer: A Narrative Review. J Acad Nutr Diet. 2018 Apr;118(4):668-688. doi: 10.1016/j.jand.2017.02.003. Epub 2017 Mar 30. PMID: 28366810.
  4. Vergati M, Krasniqi E, Monte GD, Riondino S, Vallone D, Guadagni F, Ferroni P, Roselli M. Ketogenic Diet and Other Dietary Intervention Strategies in the Treatment of Cancer. Curr Med Chem. 2017;24(12):1170-1185. doi: 10.2174/0929867324666170116122915. PMID: 28093985.
  5. Chung HY, Park YK. Rationale, Feasibility and Acceptability of Ketogenic Diet for Cancer Treatment. J Cancer Prev. 2017 Sep;22(3):127-134. doi: 10.15430/JCP.2017.22.3.127. Epub 2017 Sep 30. PMID: 29018777; PMCID: PMC5624453.
  6. Warburg O. On the origin of cancer cells. Science. 1956;123:309–314.
  7. Hanahan D., Weinberg R.A. Hallmarks of cancer: the next generation. Cell. 2011;144:646–674.
  8. Klement R.J. Fasting, fats, and physics: combining ketogenic and radiation therapy against cancer. Complementary Medicine Research. 2018;25:102–113.
  9. Klement R.J. The influence of ketogenic therapy on the 5 R’s of radiobiology. International Journal of Radiation Biology. 2019;95:394–407.
  10. Youm Y.H., Nguyen K.Y., Grant R.W., Goldberg E.L., Bodogai M., Kim D. The ketone metabolite beta-hydroxybutyrate blocks NLRP3 inflammasome-mediated inflammatory disease. Nature Medicine. 2015;21:263–269.
  11. Klement R.J., Sweeney R.A. Impact of a ketogenic diet intervention during radiotherapy on body composition: I. Initial clinical experience with six prospectively studied patients. BMC Research Notes. 2016;9:143.
  12. Rieger J., Baehr O., Hattingen E., Maurer G., Coy J., Weller M. The ERGO trial: a pilot study of a ketogenic diet in patients with recurrent glioblastoma. Journal of Clinical Oncology. 2010;28:1843–1852.
  13. Dieta con astrocitoma, Alexey Portnov , Editor medico